L'espressione "l'importanza di fare rete" ha oltre 17000 risultati su Google, ma cosa significa in realtà? Risponde Andrea Radin di Spazio Rete.
Dopo aver parlato di passaggio generazionale, parliamo dei vantaggi di una rete d'impresa. Molto probabilmente ne avete sentito già parlare, del resto “fare rete” è un termine che si sente molto in giro, spesso preceduto da “l’importanza di” (il fatto che su Google ci siano oltre 17000 risultati la dice lunga).
Ma cosa significa in concreto per le aziende fare rete, e perché è importante? Una persona in grado di dare delle risposte è Andrea Radin di Spazio rete, un pool di esperti e consulenti che offrono consulenza a PMI e startup non solo per la creazione di reti di impresa, ma anche per l’espansione su mercati esteri.
Cominciamo dai fondamentali: che cos’è in concreto una rete d’impresa?
È una forma di collaborazione dove si individua un progetto comune e si inizia un percorso per realizzarlo, condividendo competenza, know-how, informazioni ed esperienze. Il progetto può variare di molto, per esempio può essere espandersi all’estero, sviluppare un nuovo prodotto, attività di ricerca e sviluppo, o la creazione di un sistema di servizi integrati.
Quali tipi diversi di rete possiamo trovare?
Le reti possono essere di tre tipi. Orizzontali, quando le aziende che la compongono hanno competenze complementari, che vengono messe insieme per creare un prodotto o un servizio più completo rispetto a quello che potrebbero offrire da sole.
Ci sono poi le reti verticali, che hanno come obiettivo la creazione di un prodotto, al quale contribuiscono individualmente in fasi diverse. Lo schema in questo caso è molto simile a quello di una filiera.
Il terzo tipo si realizza tra imprese concorrenti. L’esempio tipico è un’azienda che si espande all’estero e scopre che la domanda da soddisfare e superiore alla propria capacità produttiva. Dato che oltre un certo limite la produzione non si può sempre aumentare, allearsi con aziende che offrono lo stesso prodotto può essere molto vantaggioso.
Per l’internazionalizzazione, la creazione di reti è ancora più importante perché all’estero tendono a dare importanza non solo al prodotto finito, ma anche alle caratteristiche di lavorazione e a ai servizi collegati.
Quali sono gli errori più frequenti di chi si appresta a formare una rete di imprese?
L’errore che vedo fare di più è quello di formalizzare una rete senza prima avere un progetto, o di avere un progetto non abbastanza ambizioso, al quale si finisce col dedicare tempo insufficiente.
Un altro errore, strettamente collegato al primo, è quello di aspettarsi, una volta formata la rete, di avere immediatamente un ritorno economico. In questi casi, si innescando meccanismi e aspettative che portano spesso a dei contrasti che rischiano di far naufragare il progetto.
Il terzo caso, che spesso non fa che accentuare le conseguenze dei primi due, è la mancanza di coordinamento. Una rete d’imprese deve avere un manager, ed è preferibile che questo sia esterno, perché dà maggiori garanzie di imparzialità, ma anche perché non costringe gli imprenditori a sottrarre tempo alla loro occupazione principale.
Esiste una forma giuridica per la rete di imprese?
Un accordo formale non è strettamente necessario, anche se dal 2009 esiste il contratto di rete. Da un certo punto di vista è come costituire una nuova azienda, con la grande differenza che in una rete le aziende condividono risorse mantenendo totalmente la propria autonomia.
In ultima analisi, la forma specifica della rete dipende molto dal progetto che si vuole realizzare. Motivo in più mettere il progetto sempre al primo posto.
Qual è la sensibilità delle piccole e medie imprese verso l’idea di fare rete?
In alcuni casi c’è una certa diffidenza dovuta a esperienze passate non andate in porto. In generale però, il fenomeno sta crescendo in maniera esponenziale, anche se c’è ancora molto da fare per creare la cultura necessaria. Un grosso aiuto può arrivare da figure istituzionali che aiutino a diffondere questo tipo di idea.
Ci sono settori più aperti all’idea di mettersi in rete?
Le analisi fatte finora confermano che il settore metalmeccanico e quello dei servizi sono quelli che hanno creato il maggior numero di reti.
Quelli invece che ne hanno sviluppate di meno sono l’agroalimentare e il turistico, il che è un po’ paradossale dato che sono due settori di punta dell’economia nazionale e avrebbero molto da guadagnare da dei progetti in comune.
C’è un aspetto di particolare importanza che vorresti sottolineare?
I vantaggi di una rete d’impresa per le PMI possono essere molti, ma la prima cosa da capire è che questa è prima di tutto una rete di persone con una predisposizione alla collaborazione e al lavoro di gruppo. In questo senso, se non c'è una condivisione anche di certi valori è difficile che il progetto vada in porto.
Anche se presuppone una buona dose di apertura mentale e propensione alla collaborazione, la creazione di una rete d'impresa dovrebbe essere comunque in linea con un obiettivo aziendale ben preciso: la creazione di opportunità di vendita. ovvero di lead.
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